Un’ultima, preziosa, opportunità per ammirare la rigorosa e affascinante narrazione che Giotto fa della vita di San Francesco nella Cappella Bardi, prima dell’allestimento del cantiere di restauro che partirà entro la primavera e prevede un intervento della durata di tre anni. La proposta arriva dall’Opera di Santa Croce di Firenze, che promuove una serie di visite speciali, ogni sabato dal 23 marzo al 26 aprile. Per l’occasione – informa la diocesi – è stato messo a punto per i visitatori un percorso tutto incentrato sull’intenso rapporto tra Giotto e Santa Croce, con tappe di approfondimento alle Cappelle Bardi e Peruzzi, che furono addirittura ricoperte di calce nel Settecento per essere poi riportate alla luce oltre un secolo dopo, e alla Cappella Baroncelli dove si conserva il maestoso polittico che raffigura “L’Incoronazione della Vergine tra angeli e santi”, una delle tre opere firmate dall’artista. Le visite speciali sono gratuite, hanno una durata di circa 30 minuti e si tengono il sabato dalle ore 11 alle 15 (con un massimo di venti partecipanti). È necessario prenotarsi on line o anche direttamente alla biglietteria del complesso monumentale, nel caso di disponibilità di posti non prenotati. Il servizio di visita guidata è gratuito e non include il biglietto di ingresso. Per tutti i residenti nel Comune di Firenze anche l’accesso al complesso monumentale è gratuito. La Cappella Bardi occupa una posizione particolare nel percorso artistico di Giotto, nella fase post-padovana e conclusiva della sua attività. Fa da sfondo storico a questo capolavoro il ruolo centrale e rivoluzionario svolto da Francesco d’Assisi in ambito spirituale e da Giotto in campo artistico. Il restauro delle “Storie di San Francesco“, dipinte nel terzo decennio del Trecento, costituisce un’occasione irripetibile per conoscere i segreti dell’artista e delle sue scelte pittoriche. La cappella ha sofferto vicende conservative tormentate e ha una rilevanza particolare anche nel processo che segna la nascita della grande tradizione italiana del restauro. A circa settant’anni anni dall’ultimo intervento sull’opera ne è oggi necessario uno nuovo, essenziale per la conservazione ma anche per l’approfondimento della tecnica dell’artista. Il restauro è stato affidato dall’Opera di Santa Croce all’Opificio delle Pietre Dure e avrà il sostegno decisivo dell’Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano (ARPAI) e della Fondazione CR Firenze, oltre che del Ministero della Cultura.