Il Comune è quello di Vysoká nad Uhom, in Slovacchia: Domcek Anna Kolesavora, centro di prima accoglienza, ha accolto più di 400 profughi in maggioranza donne con bambini piccoli. Ad aiutarli, volontari che lavorano al confine con l’Ucraina, di Vyšné Nemecké, con turni di 12 ore.
Dappertutto al centro si possono trovare mappe geografiche per spiegare alle donne in fuga dalla guerra dove sono arrivate e dove possono andare. Alcune di loro arrivano sole in macchina con figli a bordo e sono disorientate.
La cappella del Centro è trasformata in dormitorio. Il crocifisso è coperto per non spaventare i bambini. In quel confine slovacco-ucriano sono soprattutto donne con bambini piccoli ad attraversare la frontiera. Vengono accolte dai militari e dai volontari. È un lento ma continuo “pellegrinaggio” di persone. Con poche borse. Passeggini e cani al guinzaglio. Le navette per l’hotspot di Michalovce fanno salire su le persone e partono di continuo, in un silenzio surreale.