È arrivato ieri a Khmelnytsky, città dell’Ucraina occidentale in una zona molto rischiosa perché a poche centinaia di chilometri dalla capitale Kiev, il terzo tir di aiuti partito da Grosseto lo scorso 15 marzo.
A riceverlo, informa la diocesi di Grosseto, il vescovo greco-cattolico Ivan Kulyk, compagno di studi di don Vitaliy Perih, il sacerdote ucraino che a Grosseto cura la comunità greco-cattolica. Sono stati consegnati scorte alimentari, medicinali e prodotti per l’infanzia. I volontari della comunità hanno scaricato il tir e stoccato le scatole in un magazzino, da dove successivamente sono state caricate su piccoli mezzi per essere trasferiti nelle zone dove è più difficile far giungere gli aiuti.
“Una storia particolare si lega a questo tir”, viene sottolineato nella nota: “È quella di una mamma con 3 bambini di 10, 8 e 5 anni, giunta a Grosseto da diversi giorni e alloggiata in un appartamento nella zona intorno a Grosseto. Quando la donna ha saputo che il tir era diretto a Khmelnitsky, città vicina a quella nella quale vive la sua famiglia, è riuscita a mettersi in contatto con il marito in Ucraina, che dalla sua città, assieme ad altri volontari, è partito e ha raggiunto Khmelnitsky, ha aiutato a scaricare il tir e ha poi trasportato alcuni degli aiuti ricevuti nella zona di Slavuta, dove ci sono anche soldati feriti bisognosi di medicinali”. “È una piccola storia – ha commentato don Perih – che ci fa capire quanto siamo vicini grazie al bene che si può fare in un momento tragico come questo”.
Sul versante dell’accoglienza dei profughi, nel corso dell’ultime fine settimana la diocesi di Grosseto, tramite Caritas, ha continuato a provvedere alla individuazione di famiglie disposte ad aprire le porte di casa. Così nella giornata di sabato sono stati accolti complessivamente 6 adulti e 4 bambini (di cui una bimba di 5 mesi), mentre domenica una mamma con un bambino di 3 anni e una signora di 63 con una figlia di 30.