Quaresima: card. Cantalamessa, “non siamo chiamati solo a celebrare l’Eucaristia, ma a farci Eucaristia”

“Non siamo chiamati solo a celebrare l’Eucaristia, ma a farci Eucaristia”. Con queste parole il card. Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, ha concluso la seconda predica di Quaresima per la Curia Romana – alla presenza del Papa – in Aula Paolo VI. “L’Eucaristia è il sacramento della continuità, non della rottura tra Antico e Nuovo Testamento, tra ebraismo e cristianesimo”, ha esordito il cardinale soffermandosi sul legame tra la Pasqua ebraica, e l’Ultima Cena, ma anche sulla novità introdotta dal sacrificio di  Gesù Cristo, che secondo René Girard “è il fatto centrale nella storia religiosa dell’umanità, che ha posto fine per sempre all’ intrinseca alleanza tra il sacro e la violenza”. “In Cristo è Dio che si fa vittima”, ha spiegato Cantalamessa: “non sono più gli esseri umani che offrono sacrificio a Dio per placarlo e renderlo favorevole, è Dio che sacrifica se stesso per l’umanità attraverso il sacrificio di suo Figlio. Gesù non ha messo i suoi peccati sulle nostre spalle, ma i peccati degli altri sulle sue spalle. Nella Messa noi dobbiamo essere nello stesso tempo sacerdoti e vittime”. “In ciò che offre la Chiesa offre se stessa”, ha scritto Sant’Agostino nel “De civitate Dei”. “ Cosa offriamo noi nell’Eucaristia, offrendo il nostro corpo e il nostro sangue?”, si è chiesto il predicatore della Casa Pontificia. “Quello che offrì Gesù: la vita e la morte”, la risposta: “Il corpo è il nostro vissuto: tempo, salute, energie, capacità di affetto, magari solo un sorriso. Il sangue è l’offerta della nostra morte. Non necessariamente la morte definitiva: la morte di tutto ciò che in noi è finito, le umiliazioni, gli insuccessi, le malattie, le limitazioni legate all’età e alla salute, tutto ciò che ci mortifica. Usciti dalla Messa, dobbiamo fare quello che abbiamo promesso: offrire tempo, energie, attenzione, offrire, la nostra vita. In questi tempi di contrasti, di opposizioni occulte e palesi, di diversità di carattere, chiediamoci cosa avverrebbe se celebrassimo tutti con questa partecipazione la Messa”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa