“Voi, figli e figlie della Siria, esperti nel dolore e nella prova della guerra che avvolge di tenebre la terra e priva della luce della speranza i popoli, offrite in questi giorni la vostra preghiera e la vostra vicinanza ai fratelli e sorelle dell’Ucraina, anch’essa amata e martoriata: crediamo che la vostra supplica di pace e riconciliazione, poiché provata nel crogiuolo della sofferenza, non resterà inascoltata presso il cuore di Dio. Speriamo però che si aprano i cuori e le menti dei potenti che reggono le sorti delle Nazioni, perché cessi ogni barbarie”. Lo ha detto il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, nel saluto, ieri a Damasco, alla conferenza “Chiesa, casa della carità – Sinodalità e coordinamento”, promossa congiuntamente dalla Congregazione, dalla nunziatura apostolica in Siria e dalla gerarchia cattolica in Siria. Nel suo intervento il prefetto ha definito la conferenza un “momento sinodale della Chiesa cattolica in Siria” e “un segno di speranza che genera stupore. Ci aiuta e ci chiede di discernere il presente e di continuare a desiderare il futuro per questo amato e martoriato Paese, ricordando oggi l’anniversario dell’inizio del conflitto che lo ha prostrato e le cui conseguenze sono diventate non più tollerabili”. “Il nostro trovarci insieme in questi giorni – ha aggiunto – ci aiuta a sentire la vocazione ad essere Chiesa cattolica in Siria oggi, a sentire la responsabilità specialmente dinanzi alle giovani generazioni e alle fasce più deboli delle nostre comunità, a sognare e realizzare insieme per quello che è di nostra competenza e nelle nostre possibilità, il presente e il futuro di esse e di questo amato Paese”. In chiusura di intervento il card. Sandri, richiamandosi al messaggio del Papa alla conferenza, ha ribadito ai vescovi e patriarchi siriani che “in questo cammino non siete soli e non verrete lasciati soli: la Chiesa in questo modo risplende davvero come casa e dimora della carità, offrendo una testimonianza credibile al mondo”.