Rispetto all’invasione russa dell’Ucraina “anche il fronte diplomatico è imperscrutabile, incomprensibile. La notizia data dagli Stati Uniti, tutta da verificare, riguardo al fatto che la Cina possa immischiarsi nel conflitto, fornendo armi e aiuto militare alla Russia, a me pare improbabile perché neanche alla Cina conviene mettersi contro l’intero Occidente per salvare il rapporto con la Russia”. Così Fulvio Scaglione, per anni corrispondente da Mosca, esprime il proprio scetticismo sull’ipotesi fatta circolare dagli americani rispetto ad un coinvolgimento cinese a fianco dei russi. “Credo che la Cina stia in qualche modo alzando il prezzo della propria mediazione, sia con i russi sia con gli americani”, prosegue il giornalista, convinto che “la Cina stia cercando di capire cosa può guadagnare da un eventuale sforzo di mediazione. Non credo che i cinesi non vogliano approfittare politicamente di questa crisi che scuotano il mondo, vorranno portare a casa qualche risultano e per questo non si spendono gratis”. Intanto sul campo continua l’offensiva russa: “Se qualcuno ha promesso a Putin una guerra lampo è stato un pazzo, considerato che l’esercito ucraino in questi anni si è rafforzato e organizzato. Basti pensare che l’anno scorso l’Ucraina ha speso il 4,1% del suo Pil per la difesa e dispone di un esercito di 200mila uomini con una milizia territoriale che, a regime, e non c’è arrivata, avrebbe dovuto avere 130mila uomini”. Inoltre, “la fornitura di armi dell’Occidente all’Ucraina non è iniziata con la guerra, ma molto prima”. “La strategia russa credo sia quella di avanzare lentamente – spiega Scaglione – cercando di occupare tutti i punti strategici, le città industriali, i grandi porti, le centrali nucleari in modo da annichilire l’Ucraina. Non credo che conquistare Kiev sia una priorità per i russi. Credo che la minaccia sulla capitale sia simbolica, non credo che i russi abbiano voglia di conquistarla a prezzo di tantissimi morti e distruzioni”. “Credo sia più una spada di Damocle che i russi tengano sull’Ucraina e sul resto d’Europa, ma il loro interesse penso sia altrove: quelle infrastrutture decisive da conquistare in modo che quando si arriverà a trattare seriamente per una pace la Russia lo potrà fare da una posizione di forza. E se alla pace non si arriverà, la Russia avrà comunque ridotto l’Ucraina ad un ectoplasma di Stato, visto che già prima della guerra con la Moldavia era uno dei Paesi più poveri d’Europa”.