Guerra in Ucraina. Russia contro resto del mondo

Difficile prevedere, mentre prepariamo questo giornale, quale potrà essere l’epilogo dell’efferato attacco all’Ucraina. Negli occhi dei più rimarranno impresse le immagini dei tanti morti, dei feriti,delle donne, degli anziani e dei bambini terrorizzati che, per mettersi al riparo dalle bombe, si rifugiano nei sotterranei delle metropolitane. Ma anche di ospedali e case rase al suolo, di città distrutte, di colonne di profughi incamminati verso l’occidente, della commovente gara di solidarietà, degli sforzi della diplomazia e dell’eroica resistenza di un popolo indomito. Le nostre generazioni non avevano ancora visto immagini tanto cruente provenienti da un Paese così vicino all’Europa.

(Foto ANSA/Sir)

Difficile prevedere, mentre prepariamo questo giornale, quale potrà essere l’epilogo dell’efferato attacco all’Ucraina. Negli occhi dei più rimarranno impresse le immagini dei tanti morti, dei feriti,delle donne, degli anziani e dei bambini terrorizzati che, per mettersi al riparo dalle bombe, si rifugiano nei sotterranei delle metropolitane. Ma anche di ospedali e case rase al suolo, di città distrutte, di colonne di profughi incamminati verso l’occidente, della commovente gara di solidarietà, degli sforzi della diplomazia e dell’eroica resistenza di un popolo indomito. Le nostre generazioni non avevano ancora visto immagini tanto cruente provenienti da un Paese così vicino all’Europa. Stiamo passando da una paura all’altra:prima la pandemia, ora il rischio della terza guerra mondiale. Dallo scorso 24 febbraio, data dell’invasione dell’Ucraina, molto è cambiato nel comune sentire. Si sono abbassati i riflettori sulla divisionedel mondo in blocchi e sulle aree di influenza delle grandi potenze, mentre si è riacceso l’interesse per la pace. Da più parti si afferma che Putin, con la sua sconsiderata decisione, ha “ricompattato l’occidente”! Perfino la Svizzera, unendosi al fronte dei Paesi che hanno applicato le sanzioni alla Russia, ha infranto la sua tradizionale neutralità,finendo anch’essa, come è stato per l’Italia,nella lista di Putin dei “Paesi ostili”. Ma quale altra posizione si poteva tenere di fronte a chi invade, senza motivo, un Paese reo, soltanto, di avere scelto nel 1991, con una maggioranza di oltre il 90% degli ucraini, la sua indipendenza dalla Russia e da qualsiasi altro Paese? Una libertà per la quale oggi il popolo è disposto a dare anche la vita. “Voi vedete, voi sapete” ha gridato il Presidente ucraino nel chiedere ai Paesi dell’occidente di impedire agli aerei della Russia di sorvolare – la “no-fly zone” – i cieli dell’Ucraina per bombardarla. La richiesta non è stata,provvidenzialmente, accolta,anche perché il divieto di sorvolo avrebbe provocato la reazione della Russia e,quindi, la terza guerra mondiale. C’è stata,in cambio, una reazione a catena, non armata, finalizzata a sanzionare economicamente la Russia.Prima il Parlamento europeo che,il 28 febbraio, a larga maggioranza – 637 voti favorevoli su 705- ha condannato il gesto sconsiderato di Putin. Il giorno dopo, il 1 marzo, il Parlamento italiano, con un voto quasi unanime, ha duramente condannato l’invasione, autorizzando l’invio di armi al popolo ucraino e assicurando l’accoglienza dei profughi. Il 2 marzo, analoga condanna da parte dell’Assemblea generale dell’Onu con 141 voti favorevoli su 193 Stati votanti. Significativa, a tal riguardo, la posizione della Cina che,astenendosi, ha ammesso,implicitamente, di non condividere la scelta di Putin. Intanto, su tutte le piazze del mondo occidentale, si moltiplicano le manifestazioni contro la guerra. Sabato scorso 12 marzo, a Firenze, in collegamento con il Presidente ucraino Zelensky, si è riunito, nel nome di La Pira, un largo fronte politico e sociale, per condannare l’aggressore. Di fronte a questo coro di “no alla guerra”, Putin imperterrito, continua a bombardare l’Ucraina, sfidando anche il crescente dissenso che si alza dalle piazze del suo Paese. Manifestazioni,peraltro,prontamente represse dal regime, con oltre 20 mila arresti. Affermare che Putin ha sferrato una guerra all’Ucraina costituisce, infatti, in Russia un reato punibile con 15 anni di prigione. Per il regime si tratta soltanto di una “esercitazione militare”. Col risultato che gli organi di stampa occidentali, Rai compresa, hanno ritirato i loro corrispondenti da Mosca, mentre le grandi marche occidentali- Coca cola, McDonald’s e altre- hanno chiuso i loro esercizi,con vivo disappunto dei cittadini russi che avevano, nel tempo,apprezzato le abitudini e i costumi occidentali. Comunque si concluderà questa triste pagina di storia, rimarranno i tanti morti e i danni fisici e morali inferti, ingiustamente, al popolo ucraino. Quanto tempo e quante risorse ci vorranno per rimarginare le ferite subite dalla popolazione e per ricostruire il volto di città e villaggi distrutti? Di tutto questo dovrà rispondere un giorno Putin, mentre noi europei continueremo a prestare ogni aiuto a un popolo ingiustamente ferito.

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