“Se qualcuno nella famiglia sta male, la sofferenza dovrebbe coinvolgere ogni membro. Non possiamo più restare sordi: dobbiamo agire”: così una giovane mamma ucraina, Bozhena Boriak, intervenuta oggi pomeriggio alla sessione plenaria della Conferenza sul futuro dell’Europa. Da questa mattina sono infatti al lavoro i circa 450 delegati alla conferenza, alcuni a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, alcuni a distanza. Oltre a loro anche 30 rappresentanti dell’Ucraina. Quattro di loro hanno preso la parola in plenaria. Bozhena ha raccontato di come, “in un batter di ciglia” la vita sia “drammaticamente cambiata e il conquistatore sia arrivato davanti alla porta di casa”. Gli ucraini “stanno combattendo per i nostri valori europei” ha continuato, e ha chiesto il sostegno dell’Europa in questa lotta. Partita sotto le bombe con la figlia Adele, mentre il marito è rimasto nel Paese a combattere, ha viaggiato per due giorni prima di raggiungere la Polonia. Chiudere il cielo, isolare la Russia, sostenere l’esercito ucraino e aprire le porte per l’accessione dell’Ucraina nell’Ue, le richieste di Bozhena: “non lo farete solo per mia figlia, ma per l’Europa, la libertà, la salvezza dell’Europa, per voi stessi e i vostri figli. E se non lo fate adesso, dovrete temere un nemico più forte in futuro”, ha concluso, alzando il pugno destro e pronunciando le parole ormai famose “Slava Ucraine, gloria all’Ucraina”.
Dopo di lei ha preso la parola Anna Shchekatunova, originaria di Lugansk, che ha lasciato la sua terra otto anni fa. Parlando in russo ha detto: “Putin sta continuando il suo attacco sanguinoso all’Europa attraverso l’Ucraina. Con ogni bomba che esplode, ogni asilo o ospedale bombardato un pezzo di me muore. Di alcuni non so più se sono vivi o morti”. Geograficamente l’Ucraina è il centro, “il cuore dell’Europa e ora stanno uccidendo il vostro cuore, stanno uccidendo l’Europa”. Poi ha preconizzato: “Voi sarete i prossimi, Putin non si fermerà, perché è un predatore che sente l’odore del sangue”. E ha incoraggiato: “mostrategli la vostra forza, la vostra decisione nel proteggere il mondo democratico europeo”. E una unica, sempre medesima richiesta: chiudere il cielo sull’Ucraina: “Se non lo farete potrete essere responsabili della minaccia nucleare, che potrà scatenarsi anche senza l’uso di armi nucleari. Salvate il mondo, salvate voi stessi”.
In collegamento da Kyev è poi intervenuto Dmytro Sherembey: “l’Europa è a un crocevia, deve scegliere tra i valori e vita o benefici economici”. Ha spiegato che “gli ucraini non si arrenderanno perché per noi libertà significa più di benefici economici. Se il gas non fosse la cosa più importante per alcuni, non ci sarebbe stata questa guerra”. E una richiesta: “Vogliamo sulle nostre teste e sulle teste dei nostri figli lo stesso cielo che avete voi in Europa. Chiudete il cielo, per la vita di tutti noi”. Da ultima ha parlato in aula Maria Mezentseva, membro del parlamento ucraino: “Non importa dove siate ora in Europa: siete sotto l’attacco di una persona che ha deciso di ricreare il suo impero a spese di centinaia, migliaia e speriamo non milioni, di ucraini”. E anche dalla deputata la medesima richiesta: “Bisogna che muoiano milioni di persone prima che il cielo venga chiuso?”
I lavori sono continuati sul tema del pomeriggio, l’Ue e il mondo, con un intervento dell’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, che ha avanzato alcune richieste per l’Europa del futuro: prendere le decisioni più in fretta con votazioni a maggioranza qualificata; maggiore flessibilità e agilità secondo lo schema della cooperazione rafforzata, “perché non tutti devono andare allo stesso passo” (come è stato per l’euro e schengen); maggiore capacità strategica senza perdersi in cose minori. E infine ha auspicato che il suo successore “erediti un ruolo più forte e chiaro nella costellazione delle istituzioni europee”. In partenza per una visita nei Balcani ha aggiunto: “Vado a vedere che cosa sta facendo là la Russia”.