La Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) ha diffuso ieri un messaggio in cui denuncia i tentativi di appropriazione dei territori indigeni, siano essi da parte di società minerarie o imprenditori dell’agrobusiness, andando contro quanto dice la Costituzione federale del 1988. Un processo che, secondo i vescovi, sta avendo una forte accelerazione di fronte alla guerra in Ucraina.
“Negli ultimi due anni – è l’allarme – il Parlamento brasiliano ha cercato di consentire l’attività mineraria nei territori indigeni, attraverso i disegni di legge 490/2007 e 191/2020, diventati priorità annunciate dal Governo federale, con l’ordinanza n. 667 del 9 febbraio 2022.
Nel caso del primo di questi progetti, “l’attività mineraria, il turismo, l’agrobusiness vengono consentiti”, affermano i firmatari del messaggio: dom Walmor Oliveira de Azevedo, presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb); dom Sebastião Lima Duarte, presidente della Commissione pastorale speciale episcopale per l’Ecologia integrale e l’attività mineraria; dom Erwin Kräutler, presidente della Rete ecclesiale panamazzonica (Repam) Brasile; dom Roque Paloschi, presidente del Consiglio indigeno missionario (Cimi).
Il messaggio avverte che il secondo disegno di legge “propone di consentire l’indagine e lo sfruttamento delle risorse minerarie e di idrocarburi, nonché l’uso delle risorse idriche per generare elettricità sulle terre indigene, e istituisce una compensazione per la restrizione dell’usufrutto delle terre indigene”.
I firmatari criticano le misure attuate dal governo brasiliano negli ultimi due anni e il fatto che il Parlamento stia approfittando della pandemia e ora della guerra in Ucraina per considerare urgentemente una serie di misure che danneggiano chiaramente le popolazioni indigene. La denuncia degli organismi ecclesiali si unisce a una forte mobilitazione della società civile. Più di 230 organizzazioni della società civile e movimenti sociali si sono uniti a un gruppo di circa 40 artisti per la manifestazione-concerto “Ato pela Terra” (Atto per la terra), che si svolgerà a Brasilia domani, 9 marzo, a partire dalle 15, davanti al Congresso nazionale. L’evento, senza precedenti, è stato convocato dal cantante Caetano Veloso in segno di protesta contro il cosiddetto “pacchetto di distruzione”, cioè i citati progetti di legge. Tra le organizzazioni che finora hanno aderito ci sono realtà ambientaliste, studentesche, indigene, sindacali, del movimento nero e del mondo accademico. È la prima volta che un insieme così diversificato di attori della società civile si mobilita in questo modo rispetto all’agenda socio-ambientale.