“Oggi che sono state depositate le motivazioni dell’inammissibilità dei cosiddetti referendum sull’eutanasia e sulle droghe leggere, onestà intellettuale vorrebbe che il mondo dell’informazione riconoscesse di essere stato, per gran parte, quantomeno fuorviante, assecondando acriticamente la campagna mediatica dei promotori del referendum”. Lo afferma, in una nota, Alberto Gambino, giurista e presidente dell’Associazione Scienza & Vita. “Ora che con il deposito delle motivazioni risulta molto chiaro – prosegue Gambino – che i referendum non erano né sull’eutanasia, né sulle droghe leggere, ma sull’omicidio su richiesta anche di persone sane e sulle droghe anche pesanti, sarebbe importante che quanti hanno a cuore la correttezza dell’informazione alla cittadinanza, specie sui temi eticamente e socialmente sensibili, si propongano di rendere sempre più plurale e trasparente il dibattito pubblico a riguardo”. “Che sia stato il presidente della Consulta, Giuliano Amato – conclude il giurista – a dover ristabilire la verità dei fatti con una tanto anomala quanto necessaria conferenza stampa, deve far riflettere tutti, a prescindere dalle posizioni personali su questi temi”.