“La crisi climatica non è una minaccia futura. È qui, sta accelerando, e continuerà a colpire il mondo in modi sempre più devastanti”. Lo ha dichiarato Catherine M. Russell, direttore generale dell’Unicef, commentando il rapporto AR6 del Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (Ipcc).
“La crisi climatica ha già esposto quasi ogni bambino, in ogni continente, a un rischio maggiore di pericoli legati al clima più frequenti, intensi e distruttivi, da ondate di calore e siccità a cicloni e inondazioni, da inquinamento atmosferico a malattie trasmesse da vettori”, ha denunciato Russell, aggiungendo che “per alcuni bambini, la crisi climatica è più di un rischio aumentato. È una realtà che mette in pericolo la vita”.
“Oggi – ha proseguito –, 1 miliardo di bambini tra i più vulnerabili del mondo è a rischio. Domani, se il mondo non agirà, lo saranno tutti i bambini. Le prove sono inconfutabili, la crisi climatica è una crisi dei bambini. Eppure, i bambini sono costantemente dimenticati nella pianificazione della risposta alla crisi climatica. Investire nei bisogni dei bambini maggiormente colpiti dal cambiamento climatico non è una priorità. In molti casi non è nemmeno all’ordine del giorno”. Per il direttore generale dell’Unicef, “il mondo non può continuare a dimenticare i bambini mentre è alle prese con la minaccia esistenziale del cambiamento climatico e del degrado ambientale. È tempo di mettere i nostri bambini al centro dell’azione per il clima”.
Ribadendo che “i governi devono adempiere alle ambiziose riduzioni delle emissioni”, Russell ha evidenziato che “dobbiamo agire – subito – per aiutare i bambini più vulnerabili, che vivono nei Paesi con le più basse emissioni pro-capite, ad adattarsi agli impatti del cambiamento climatico, in modo che possano sopravvivere e prosperare in un mondo in rapido cambiamento”. “L’Unicef – ha aggiunto – chiede a tutti i paesi di impegnarsi a garantire che le misure di adattamento rivolte ai bambini siano al centro di tutti i piani per il clima con la massima priorità. Per essere efficaci, i piani di adattamento incentrati sui bambini e le misure di resilienza devono essere multisettoriali, coprendo i settori critici che sostengono la sopravvivenza e il benessere dei bambini: acqua e servizi igienici; salute, nutrizione e istruzione; politiche sociali e protezione dell’infanzia. Devono anche concentrare risorse e attenzione per raggiungere i bambini più marginalizzati e vulnerabili delle comunità più povere”. “I giovani – ha concluso Russell – hanno già aspettato troppo a lungo che i leader intraprendessero le azioni forti e drastiche necessarie per limitare la crisi climatica”.