Ucraina: don Ciotti, “non basta mobilitarsi, protestare contro l’atto di forza russo e mostrare solidarietà. Bisogna costruire condizioni per una pace non armata”

“C’è un conflitto che va sostenuto e auspicato con forza: il conflitto delle coscienze inquiete e mai pacificate. Conflitto dell’interrogarsi, del non dare mai nulla per scontato e del chiedersi sempre, prima di puntare il dito, se il male esiste anche perché lo abbiamo reso possibile, perché troppo spesso ci siamo voltati dall’altra parte inerti o indifferenti. L’inaccettabile invasione di Putin all’Ucraina nasce da una ‘pace armata’: tante erano e in parte ancora sono le guerre nel mondo, ma erano guerre di cui l’Occidente non s’interessava perché non toccavano i suoi interessi o in certi casi li facevano”. Così don Luigi Ciotti, presidente di Libera e Gruppo Abele, interviene sullo conflitto Russia-Ucraina.
Oltre quello che si sta combattendo sul territorio ucraino, viene ricordato in una nota, il mondo continua a essere luogo di sanguinosi conflitti. Secondo i dati dell’Atlante delle Guerre e dei conflitti del mondo elaborati da Lavialibera, rivista di Libera e Gruppo Abele, sono 34 le guerre e 15 situazioni di crisi scuotono un pianeta senza pace. “Le guerre – viene evidenziato – resistono e lasciano immutata nel tempo la situazione per i civili, che continuano a essere le vittime preferite dei conflitti moderni: circa il 90 per cento delle morti totali. Nel 2020 si sono riaccesi conflitti sopiti da anni e la spesa militare è aumentata. Lo Stockholm international peace research institute (Sipri) calcola che nel corso dell’anno l’investimento in armi sia cresciuto del 2,6 per cento, arrivando a 1.981 miliardi di dollari, il valore assoluto più alto registrato dall’ente di ricerca dal 1988. L’Europa ha speso 378 miliardi di euro”.
“Per questo – ha concluso don Ciotti – non basta mobilitarsi, protestare contro l’atto di forza russo e mostrare solidarietà verso il popolo ucraino, ingiustamente aggredito. Bisogna costruire le condizioni per una pace non armata, non contingente, non basata su interessi economici convergenti ma su un’etica globale della condivisione, della corresponsabilità, della fratellanza. Non c’è pace senza giustizia, non c’è vita senza coscienze inquiete, coscienze in costante e fecondo conflitto”.

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