Occupazione

Consiglio permanente: card. Bagnasco, “ogni anno emigrano circa 30mila giovani”, 6mila “si rinchiudono in casa”. No a “cultura del cambio di lavoro”

“Nel nostro splendido Meridione la disoccupazione giovanile è arrivata al 57%, mentre la media italiana è del 40%: ogni anno emigrano dal nostro Paese circa trentamila giovani in cerca di fortuna!”. Lo ha ricordato, sulla scia del recente convegno delle Chiese del Sud, il card. Bagnasco, nella prolusione del Consiglio permanente della Cei. “Se si considera che per portare un figlio da zero a 18 anni sono necessari mediamente 171mila euro, si comprende quale capitale si impieghi – oltre le energie spirituali, morali e sociali – per preparare giovani che porteranno la loro formazione e competenza fuori dall’Italia”, ha proseguito: “Altro fenomeno che sembra essere sconosciuto, riguarda coloro che – non avendo un impegno di studio né un’occupazione – si rinchiudono in casa creandosi un mondo virtuale: in Italia si stima che siano almeno 6.000”. Eppure, “il 92% dei giovani dichiara il desiderio di farsi una propria famiglia e di avere due o più figli”, ha sottolineato il cardinale, secondo il quale “si tratta di uno straordinario dato di fiducia, reso purtroppo vano dalla mancanza di lavoro stabile”. “Senza lavoro non c’è dignità personale, non c’è sicurezza sociale, non c’è possibilità di fare famiglia, non c’è futuro”, il grido d’allarme della Chiesa italiana: sarà questo il tema della prossima Settimana Sociale. Altri Paesi, ha fatto notare il cardinale, “da sempre vivono quella che potremmo chiamare la cultura del cambio di lavoro: sicuramente ha dei vantaggi, specialmente in tempi di forte crisi”. “Ma questa mentalità non sembra appartenere alla nostra cultura, che – a sua volta – contiene altri vantaggi”, la tesi del presidente della Cei: “La preparazione seria, la capacità di relazione, il senso di squadra, lo spirito di adattamento… ed altro ancora, sono ingredienti qualificanti”. Senza contare che “l’affezione al proprio lavoro e il senso di appartenenza a un ambiente, sono valori importanti per i lavoratori e per le aziende: richiedono una certa stabilità”.