Utero in affitto

Consiglio permanente: card. Bagnasco, bambino ha diritto a un papà e una mamma. “Maternità surrogata” è “nuova forma di colonialismo capitalistico”. Facilitare adozioni

Famiglia

“Essere genitore è una cosa buona e naturale, ma non a qualunque condizione e a qualunque costo”. A ricordarlo è stato il card. Bagnasco, che nella prolusione del Consiglio permanente della Cei ha rivendicato “il diritto dei figli ad essere allevati da papà e mamma, nella differenza dei generi che, come l’esperienza universale testimonia, completa l’identità fisica e psichica del bambino”. Diversamente, ha spiegato il cardinale, “si nega ai minori un diritto umano basilare, garantito dalle Carte internazionali e riconosciuto da sempre nella storia umana. Tale diritto non può essere schiacciato dagli adulti, neppure in nome dei propri desideri”. “Una violenza discriminatoria viene esercitata anche verso le donne con la pratica della maternità surrogata”, ha denunciato il porporato, secondo il quale nel caso dell’”utero in affitto” avviene “una duplice ingiustizia”: innanzitutto è violata la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, che sancisce come “salvo circostanze eccezionali, il bambino in tenera età non deve essere separato dalla madre”. In secondo luogo, “sono negati i diritti delle madri surrogate, che diventano madri nascoste, anzi inesistenti, dopo essersi sottoposte – spinte per lo più dalla povertà – ad una nuova forma di colonialismo capitalistico: si commissiona un bambino, potendosi servire anche di elenchi – si fa fatica perfino a dirlo – di ‘cataloghi’ che indicano paesi, categorie di donne, opzioni e garanzie di riuscita del ‘prodotto’ che – se non corrisponde – viene scartato”. “È questa la civiltà, è questo il progresso che si desidera raggiungere?”, si è chiesto Bagnasco. “Spesso si sente dire che certe soluzioni sono auspicabili in rapporto alla triste realtà di tanti bambini senza famiglia in attesa di adozione”, ha denunciato il cardinale ricordando che l’Italia “è il secondo paese per numero di adozioni, dietro solamente agli Stati Uniti” e che “ogni anno 10mila famiglie chiedono di adottare un minore”. “Purtroppo, il tempo medio per l’adozione è di tre anni e tre mesi, con punte di cinque anni e mezzo!”, ha esclamato Bagnasco, invitando a “prendere atto che le famiglie che chiedono e attendono l’adozione in Italia sono una moltitudine, mentre l’inefficienza del sistema causa percorsi estremamente lunghi e difficoltosi, tali da mettere a dura prova quello slancio solidale dei genitori che è un altro segno dell’anima del nostro popolo”.