Esortazione pastorale

Venezuela: vescovi, “una grande oscurità è calata sul Paese”. Accuse al Governo e appello alla società civile

Diciassette punti per ribadire il drammatico momento che sta vivendo il Paese, ma anche per indicare alcune strade di speranza per guardare al futuro. Così si presenta l’esortazione pastorale “Gesù Cristo luce e via per il Venezuela”, firmata da tutti i vescovi della Conferenza episcopale venezuelana (Cev) al termine di una settimana assembleare che ha visto i pastori prima riunirsi con una qualificata rappresentanza di laici e poi da soli. Nel documento si parte dalla realtà, che si presenta ogni giorno più difficile: “Una grande oscurità è calata sul nostro Paese. Stiamo vivendo situazioni drammatiche: la grave scarsità di medicine e alimenti – mai avevamo visto tanti nostri fratelli rovistare nella spazzatura in cerca di cibo! – il deteriorarsi estremo del sistema sanitario, l’alta denutrizione dei bambini, l’ideologizzazione dell’educazione, l’altissimo indice di inflazione e la conseguente perdita del potere d’acquisto, la corruzione generalizzata e impunita, l’odio e la violenza politica, gli elevati indici di delinquenza e insicurezza, il pessimo funzionamento dei servizi pubblici”.
I vescovi usano parole dure per il Governo del presidente Maduro e in particolare per “l’ostruzionismo al referendum revocatorio del mandato del presidente della Repubblica”, per il “tentativo di limitare i poteri dell’Assemblea nazionale”, “per l’ondata di repressione e persecuzione politica” degli ultimi giorni. “Solo nei regimi totalitari si disconosce l’autonomia dei poteri pubblici e si impedisce la libera manifestazione della cittadinanza”, si legge nell’esortazione. Forti le responsabilità del Governo, secondo i vescovi, anche per quello che finora è stato il fallimento del dialogo tra Governo e opposizione, al quale la Santa Sede ha partecipato con il ruolo di facilitatore: “Ringraziamo vivamente il Papa per essersi messo a servizio di questa causa e deploriamo che il suo contributo alla pace del Venezuela sia stata mal interpretata”. Perciò, “noi vescovi venezuelani, in comunione con il Santo Padre Francesco, ribadiamo le condizioni per continuare il dialogo segnalate dal segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin”. E cioè l’alleviamento della mancanza di alimenti e medicinali; un calendario elettorale definito; la restituzione all’Assemblea nazionale del ruolo previsto dalla Costituzione; la liberazione dei detenuti politici.
Per guardare al futuro, scrivono i vescovi, “è necessario generare gesti coraggiosi e iniziative innovatrici che motivino a sperare contro ogni speranza”, un compito che “compete a tutti”; si chiede ancora una volta di consentire l’arrivo di aiuti internazionali, di “riattivare l’apparato produttivo, di garantire il vigore dello Stato di diritto”, “ricostruire il tessuto sociale strappato”. Di fronte “alla disperazione regnante” la Chiesa rivolge un appello ai gruppi politici, alle confessioni religiose, alla società civile, alle università e alle scuole, ai mezzi di comunicazione “a cercare punti d’incontro che favoriscano l’articolazione delle diverse realtà in un progetto comune di Paese”.