Terremoto

Diocesi: mons. Boccardo (Spoleto-Norcia), “ricostruire, insieme alle case e alle chiese, anche l’uomo dal di dentro”

San Ponziano “continua a parlare a Spoleto e alla sua gente e a ricordare a tutti che la vita è un dono e un impegno, una grave responsabilità”. Lo ha detto monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, nell’omelia della festa liturgica di S. Ponziano, patrono della città di Spoleto e dell’intera diocesi, invocato come protettore dai terremoti.
Tantissimi gli spoletini che sono saliti in cattedrale per rendere omaggio al Patrono. Con mons. Boccardo hanno concelebrato: monsignor Antonio Buoncristiani, arcivescovo metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino; monsignor Riccardo Fontana, arcivescovo-vescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro (pastore della Chiesa di Spoleto-Norcia dal 1955 al 2009, che visse il terremoto del 1997 e la successiva ricostruzione); monsignor Gino Reali, vescovo di Porto-Santa Rufina; monsignor Giovanni D’Ercole, vescovo di Ascoli Piceno; monsignor Nazareno Marconi, vescovo di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia; monsignor Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve; dom Donato Ogliari, abate ordinario di Montecassino.  Inevitabile il passaggio sul terremoto che ha sconvolto la vita di tante persone della Valnerina e dello Spoletino. La tradizione, ha ricordato mons. Boccardo, vuole che la terra abbia tremato al momento del suo martirio, il 14 gennaio 175; è dal 14 gennaio 1703 – quando si ebbe la prima di una lunga serie di scosse che avrebbero funestato la regione – che la devozione popolare gli attribuisce la profezia: “Spoleto tremerà ma non crollerà”. “E noi – ha proseguito l’arcivescovo – riconosciamo la protezione di San Ponziano nel fatto che, pur in mezzo alle macerie delle case e delle chiese, non dobbiamo piangere vittime”. Poi l’invito ad andare avanti, per “ricostruire” – insieme alle case, alle chiese, ai luoghi del lavoro e dello svago – anche l’uomo “dal di dentro”.