Testimonianza

Sinodo sui giovani: documento preparatorio, “accompagnare i giovani” è “uscire, vedere, chiamare”

“Uscire, vedere, chiamare”. Sono i tre verbi dell’Evangelii gaudium al centro della terza e ultima parte del documento preparatorio del Sinodo sui giovani, in cui si risponde alla domanda centrale del testo: “Che cosa significa per la Chiesa accompagnare i giovani ad accogliere la chiamata alla gioia del Vangelo, soprattutto in un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza?”. La ricetta suggerita è “l’inclusione reciproca tra pastorale giovanile e pastorale vocazionale, pur nella consapevolezza delle differenze”. “Accompagnare i giovani – si ribadisce nel testo – richiede di uscire dai propri schemi preconfezionati, incontrandoli lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi; significa anche prenderli sul serio nella loro fatica a decifrare la realtà in cui vivono e a trasformare un annuncio ricevuto in gesti e parole, nello sforzo quotidiano di costruire la propria storia e nella ricerca più o meno consapevole di un senso per le loro vite”. “Camminando con i giovani si edifica l’intera comunità”, come dice Papa Francesco: “occorre valorizzare la creatività di ogni comunità per costruire proposte capaci di intercettare l’originalità di ciascuno e assecondarne lo sviluppo”, dando spazio alle “novità” e “senza soffocarla nel tentativo di incasellarla in schemi predefiniti”. “Uscire” è abbandonare gli “schemi” che incasellano le persone, vedere è “passare del tempo” con i giovani per “ascoltare le loro storie”, chiamare è “ridestare il desiderio, smuovere le persone da ciò che le tiene bloccate, porre domande a cui non ci sono risposte preconfezionate”. Pastorale vocazionale, inoltre, “significa accogliere l’invito di Papa Francesco a uscire, anzitutto da quelle rigidità che rendono meno credibile l’annuncio della gioia del Vangelo, dagli schemi in cui le persone si sentono incasellate e da un modo di essere Chiesa che a volte risulta anacronistico”.