Giornata mondiale

Migranti: padre Ripamonti (Centro Astalli), “ci è mancato spesso anche uno sguardo lungimirante necessario a fare scelte per soluzioni durature”

In Italia sono arrivati circa 26.000 migranti minorenni “da soli, non accompagnati da un genitore o da un adulto di riferimento. Il Papa sottolinea come tra i migranti… i fanciulli costituiscono il gruppo più vulnerabile perché, mentre si affacciano alla vita, sono invisibili e senza voce. E per questo ci ricorda la necessità di proteggerli, integrarli, e avere per loro uno sguardo lungimirante. Eppure continuiamo a disattendere questa responsabilità”. Lo ha detto, oggi pomeriggio, padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, in occasione della visita di padre Arturo Sosa, superiore generale della Compagnia Gesù, per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Non li abbiamo protetti, ne abbiamo fatti morire a centinaia in mare in lunghe e pericolose traversate nel Mediterraneo, e di molti di quelli che sono arrivati si è persa notizia, forse, e questo è il drammatico dubbio, prigionieri o vittime della tratta – ha proseguito -. Ma non solo: non stiamo integrando come dovremmo neanche quelli che vivono con noi”. Padre Ripamonti ha, quindi ricordato a padre Sosa che “c’è una legge sulla cittadinanza che in Italia stenta a vedere la fine del suo iter istituzionale: un vergognoso ritardo segno di una politica che in molti casi non è al servizio del bene comune e che tradisce quegli ideali democratici e civili che stanno alla base delle carte dei diritti umani”.
E ancora: “Ci è mancato spesso anche uno sguardo lungimirante necessario a fare scelte per soluzioni durature. Penso a livello internazionale a interventi per la risoluzione di conflitti e investimenti seri per lo sviluppo, che non si prestino a camuffare politiche di respingimento”. Ma, ha concluso, “nonostante queste nostre inadempienze la forza e la voglia di vivere di tanti giovani stranieri che sono arrivati ha permesso di costruire percorsi di vita che sono per tutti motivo di speranza e semi di un futuro di pace e riconciliazione”.