Società

Forum cattolico-ortodosso: messaggio finale, “per gli immigrati la parola chiave è integrazione”

“Per gli immigrati, la parola chiave è integrazione”. Vescovi cattolici e ortodossi affrontano anche la questione dell’immigrazione nel messaggio finale che è stato diffuso oggi a termine del V Forum europeo cattolico-ortodosso che si è tenuto a Parigi dal 9 al 12 gennaio sul tema “L’Europa nel timore della minaccia del terrorismo fondamentalista e il valore della persona e la libertà religiosa”. “L’Europa conosce oggi ondate migratorie senza precedenti – si legge -. A proposito dei migranti, ricordiamoci che siamo tutti figli di Abramo, che è stato accolto come straniero nel paese di Seth e ha potuto procurare una sepoltura a sua moglie Sarah. Riteniamo che l’accoglienza dello straniero sia un dovere umano e cristiano primordiale”. I partecipanti al Forum fanno tuttavia notare come “l’immigrazione deve anche tenere conto delle reali possibilità del paese ospitante” e che “secondo il diritto internazionale, ogni persona ha il diritto di lasciare il proprio paese e stabilirsi in un altro, a condizione che si impegni a rispettare il diritto e la sovranità dello Stato ospitante”. Per questo ribadiscono l’importanza della integrazione che non significa “abbandonare la loro identità umana profonda, ma di viverla nel nuovo contesto del paese ospitante. Affinché l’integrazione sia possibile e una società pluralista risulti vivibile – si legge nel messaggio -, occorre sviluppare una base comune di valori e principi senza i quali la coesione sociale non potrà mai essere conseguita. Questa base comune è costituita dai diritti e dai doveri attribuiti all’essere umano in quanto tale. Deve consentire quelle differenze culturali che non dividono, al contrario arricchiscono il patrimonio comune”. Il messaggio mette poi in guardia dalla tendenza purtroppo in atto in molti paesi di relegare gli immigrati nelle periferie delle grandi città, dove “rischiano di costituire dei ghetti e coltivare atteggiamenti di ostilità verso il loro paese ospitante”.