Quaresima

Papa Francesco: Angelus, “nel sacramento della riconciliazione possiamo sempre ripartire”

“Il Padre aspetta quelli che si riconoscono peccatori e va a cercare quelli che si sentono giusti. Ci ama oltre ogni misura, aspetta sempre la nostra conversione ogni volta che sbagliamo; attende il nostro ritorno quando ci allontaniamo da Lui pensando di poterne fare a meno; è sempre pronto ad aprirci le sue braccia qualunque cosa sia successa”. Lo ha detto il Papa, che nell’Angelus di ieri ha esortato le migliaia di fedeli presenti a leggere le “tre parabole della misericordia”, narrate nel capitolo quindicesimo del Vangelo di Luca, soffermandosi su quella del figliol prodigo, “o meglio del padre misericordioso”, “un uomo sempre pronto a perdonare e che spera contro ogni speranza”. Come lui con il figlio più piccolo, al quale “permette di partire, pur prevedendo i possibili rischi”, così Dio “agisce Dio con noi: ci lascia liberi, anche di sbagliare, perché creandoci ci ha fatto il grande dono della libertà. Sta a noi farne un buon uso. Questo dono della libertà che Dio ci dà mi stupisce sempre!”, il commento del Papa, che ha fatto notare che ” il distacco da quel figlio è solo fisico, ogni giorno, saliva sul terrazzo a guardare se il figlio tornava! Allora si commuove nel vederlo, gli corre incontro, lo abbraccia, lo bacia. Quanta tenerezza! E questo figlio le aveva fatte grosse! Ma il padre lo accoglie così”.Lo stesso atteggiamento il padre riserva anche al figlio maggiore, “esce incontro anche a questo figlio e gli ricorda che loro sono stati sempre insieme, hanno tutto in comune, ma bisogna accogliere con gioia il fratello che finalmente è tornato a casa”. “Quando uno si sente peccatore, si sente davvero poca cosa, o come ho sentito dire da qualcuno – tanti -: ‘Padre, io sono una sporcizia!’, allora è il momento di andare dal Padre”, il senso della parabola: “Invece quando uno si sente giusto – ‘Io ho fatto sempre le cose bene…’ –, ugualmente il Padre viene a cercarci, perché quell’atteggiamento di sentirsi giusto è un atteggiamento cattivo: è la superbia! Viene dal diavolo”.  “Come il padre del Vangelo, anche Dio continua a considerarci suoi figli quando ci siamo smarriti, e ci viene incontro con tenerezza quando ritorniamo a Lui. E ci parla con tanta bontà quando noi crediamo di essere giusti”, ha spiegato il Papa: “Gli errori che commettiamo, anche se grandi, non scalfiscono la fedeltà del suo amore. Nel sacramento della Riconciliazione possiamo sempre di nuovo ripartire”.