Medio Oriente

Gaza: Sunshine4Palestine (Ong), un ospedale alimentato al 100 % dal sole

Impianto fotovoltaico a Gaza

A Gaza opera un ospedale alimentato al 100 % dal sole grazie a un impianto fotovoltaico posto sul tetto della struttura. È questo il progetto dell’Ong Sunshine4Palestine, formata da giovani ricercatori universitari inglesi, gallesi e italiani con base in Palestina. Si tratta del “Jenin Charitable Hospital” sito nel quartiere di Shijajia, tra i più colpiti durante la campagna “Margine protettivo” condotta dall’esercito di Israele contro la Striscia di Gaza in seguito al lancio di razzi da parte di miliziani di Hamas. Tra gli obiettivi israeliani anche l’unica centrale elettrica della città. Grazie a questa installazione, la cui costruzione è partita nel gennaio 2014, il numero dei pazienti è aumentato del 174%, mentre nel 2015 di più del 228% rispetto ai valori del 2013 quando ancora non era in funzione l’impianto. Secondo dati forniti dalla Ong, gli accessi mensili presso la struttura ospedaliera sono incrementati con una media di 1.109,5 unità nel 2014 e di 1.928,33 nel 2015. I reparti più frequentati sono quelli di “Ostetricia e ginecologia”, “Pediatria” e “Medicina Interna”. Risultati più che soddisfacenti anche nel risparmio della spesa energetica: il costo che l’impianto avrebbe sostenuto, se fosse stato alimentato a gasolio sarebbe stato di 33.076,00 dollari annui, valutando un impiego di 1.500 litri di gasolio al mese per mantenere aperto l’ospedale 17 ore al giorno. L’impianto fotovoltaico, inoltre, consente al nosocomio di essere autonomo per l’approvvigionamento energetico dalle 7 a mezzanotte, con la produzione di 76 Mwtt per anno e serve un bacino di 200mila persone nel quartiere di Shijajia.

Oggi l’autonomia energetica di quest’ospedale permette alla struttura di affrontare la carenza e l’interruzione di energia elettrica che affliggono la Striscia di Gaza, come spiega Barbara Capone, giovane ricercatrice italiana di Fisica all’Università di Vienna e presidente di Sunshine4Palestine. “La carenza dell’energia è una vera piaga della Striscia di Gaza e per questo motivo abbiamo deciso di intervenire. Abbiamo cominciato a lavorare al progetto nel 2011 insieme all’ingegnere palestinese Haitham Ghanem, che è membro dell’associazione. In quell’anno abbiamo ideato l’impianto in tre moduli, installabili autonomamente l’uno dall’altro, ed individuato il budget necessario per la sua costituzione: circa 50mila euro. L’ospedale adesso ha completa autonomia e tutte le sue cliniche sono operative ed indipendenti da ogni approvvigionamento energetico. Infatti siamo molto soddisfatti dei dati che ci sono pervenuti perché dimostrano che il lavoro che abbiamo svolto nel quartiere di Shijajia sta portando dei benefici concreti alla popolazione della zona”. Il progetto è stato respo possibile grazie anche a numerose donazioni e alla collaborazione di artisti come Stefano Bollani e Richard Galliano.