Europa e migrazioni

Commissione Ue: “Costi controlli frontiere tra 5 e 18 miliardi”. Ripristinare Schengen “ma controllare frontiere esterne”

(Bruxelles) “I controlli di frontiera temporanei non solo ostacolano la libera circolazione delle persone, ma comportano anche ingenti costi economici”. È quanto sostenuto dalla Commissione europea in un documento predisposto in vista del Consiglio europeo di oggi che dovrà affrontare il tema delle migrazioni. La Commissione ha stimato che “il pieno ripristino dei controlli di frontiera nello spazio Schengen genererebbe costi diretti immediati fra i 5 e i 18 miliardi di euro all’anno (pari allo 0,05%-0,13% del Pil)”. La cifra è – anche comprensibilmente – tutt’altro che precisa. Questi costi sarebbero concentrati “su certi attori e regioni, ma avrebbero inevitabilmente un impatto sull’insieme dell’economia europea”. Diversi gli esempi avanzati dall’Esecutivo: “Stati membri come la Polonia, i Paesi Bassi o la Germania dovrebbero affrontare più di 500 milioni di euro di costi supplementari per il trasporto su strada delle merci”; “le imprese della Spagna o della Repubblica ceca dovrebbero sostenere esborsi supplementari di più di 200 milioni di euro”; “i controlli di frontiera costerebbero a 1,7 milioni di lavoratori frontalieri fra 1,3 e 5,2 miliardi di euro in termini di tempo perduto”. Inoltre: “potrebbero andare persi come minimo 13 milioni di pernottamenti turistici, con un costo totale di 1,2 miliardi di euro”; e “i governi dovrebbero sostenere tra gli 0,6 e i 5,8 miliardi di euro di costi amministrativi per aumentare il personale per i controlli di frontiera”.

Mentre la Commissione insiste per “salvare Schengen” e la libera circolazione, mette in luce la necessità di garantire la protezione delle frontiere esterne: “Proteggere le frontiere esterne dell’Ue e garantire controlli di frontiera efficaci è un presupposto fondamentale in uno spazio di libera circolazione, che deve essere garantito da una responsabilità comune”. Nel mese di dicembre la Commissione ha presentato una proposta per una Guardia costiera e di frontiera europea. La Commissione afferma: “In qualunque Stato membro, un afflusso massiccio di migranti porrebbe sotto forte pressione i controlli alle frontiere esterne. La frontiera esterna della Grecia subisce attualmente questa grave pressione, e occorre affrontare immediatamente le attuali lacune nella gestione delle frontiere”. Nei prossimi mesi sarà necessario adottare una serie di misure chiaramente definite, con varie forme di aiuto alla Grecia. Anche per arginare il numero di arrivi in Grecia proseguono le trattative Ue per un accordo con Ankara: uno scambio fra aiuti finanziari e impegno della Turchia a ospitare i profughi siriani. Anche di questo si tornerà a parlare oggi a Bruxelles.