Accordo Ue-Turchia

Caritas italiana: “Si rischia enorme ingorgo” e spostamento su altre rotte

L’accordo tra Ue e Turchia per i rimpatri dei profughi è “difficilmente applicabile” perché la verifica della posizione dei singoli migranti da parte delle autorità, direttamente nelle isole greche, “richiederà tempistiche molto lunghe e il rischio è quello di un enorme ingorgo”.  E i profughi, “pur di fuggire dalle guerre, potrebbero spostarsi su altre rotte, fra cui quella del Mediterraneo centrale, in balia di trafficanti senza scrupoli”. È una delle critiche e preoccupazioni espresse oggi in una dura nota di Caritas italiana a proposito della crisi umanitaria in atto sulla rotta balcanica. Un’altra perplessità riguarda i meccanismi di ricollocazione e reinsediamento nell’Unione europea. “Manca nei fatti una volontà politica da parte dei Paesi che dovrebbero, secondo la distribuzione delle quote fatta lo scorso anno dalla Commissione, accogliere volontariamente un certo numero di profughi – fa notare Caritas italiana -. Senza contare che la Gran Bretagna ha ribadito la sua contrarietà ad aderire a questo meccanismo così come l’Ungheria”. E quindi, si chiede, “per quale motivo dall’accordo con la Turchia – che prevede che contemporaneamente, per ogni profugo siriano riportato nei campi turchi, un richiedente asilo siriano sarà prelevato dalla Turchia e portato in un Paese dell’Ue – dovrebbero emergere nuovi elementi di apertura da parte dei 28?”