Questione femminile

Santa Sede: monsignor Auza (Oss. permanente all’Onu), promuovere la donna per lo sviluppo e la pace nel mondo

“La promozione della donna nella società è una condizione fondamentale per lo sviluppo e la pace nel mondo”. Lo ha affermato monsignor Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, intervenuto ieri a New York alla 60ª sessione della Commissione sullo status delle donne. “Stupri di guerra, traffico a scopo di sfruttamento sessuale, aborti coatti, conversioni e matrimoni forzati”: per Auza, le donne e le bambine sono ancora vittime di vecchie e nuove forme di violenza, anche mortali, che hanno gravi e durevoli conseguenze fisiche, psicologiche e sociali. Senza contare le tante “discriminazioni” subite, in particolare dalle donne anziane. Una forma diffusa di discriminazione riguarda le madri: “In molti luoghi il contributo essenziale delle donne allo sviluppo della società attraverso la maternità non è adeguatamente riconosciuto, apprezzato, promosso e difeso, al punto che molte donne si trovano costrette a scegliere tra lavoro e maternità”, la denuncia di Auza, che ricorda come in alcune parti del mondo le pratiche dell’aborto e della fecondazione assistita con selezione pre-impianto del sesso, vengano usate per eliminare le bambine. Di qui la necessità di “investire in un’educazione e assistenza sanitaria di qualità per le donne e le bambine”, due campi che vedono la Chiesa impegnata in prima fila, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree di conflitto, partendo dalla consapevolezza che un migliore accesso all’istruzione non è solo una garanzia per la piena realizzazione delle potenzialità femminili e per migliori sbocchi professionali, ma anche “la chiave per una migliore educazione delle generazioni future”. Inoltre, in molte aree del mondo la salute delle donne è trascurata con gravi conseguenze per il benessere dei bambini, delle famiglie e della società. Un’autentica protezione della salute delle donne e delle bambine – ha ammonito – non può prescindere dalla “tutela della loro umanità femminile e dalla loro dignità”. Promuovere le donne – ha concluso mons. Auza – “aiuterà in modo significativo la comunità mondiale a non lasciare indietro nessuno e avvantaggerà tutti”.