Giubileo

Diocesi: Grosseto, il vescovo Rodolfo Cetoloni apre la Porta Santa in ospedale

Mons Rodolfo Cetoloni apre la Porta santa della cattedrale - Grosseto

Domani, Domenica delle Palme, il vescovo di Grosseto, monsignor Rodolfo Cetoloni, aprirà alle 16.30 la Porta Santa presso l’ospedale della Misericordia, presiedendo il rito di apertura nella cappella del nosocomio, che sarà luogo giubilare fino alla domenica di Pentecoste (15 maggio), “per dare modo ai malati, ai loro familiari e al personale in servizio di immergersi più direttamente nel clima del Giubileo straordinario della misericordia e ottenere l’indulgenza”.  A darne notizia è la diocesi di Grosseto, che informa come l’evento sarà uno dei due momenti forti dell’inizio della Settimana Santa: al mattino, infatti, il vescovo   presiederà la Messa delle 11 in cattedrale, preceduta dalla benedizione delle Palme.  “Con questo gesto – si legge in una nota a proposito dell’evento pomeridiano – la Chiesa di Grosseto esprime la propria vicinanza ai malati e ai loro familiari, ma anche a chi esulta nella gioia della vita nascente e a tutto il personale medico, sanitario e amministrativo”. Dopo il rito di apertura della Porta Santa, il vescovo presiederà la Messa delle Palme, concelebrata dai cappellani dell’ospedale e da altri sacerdoti.
Monsignor Cetoloni aveva annunciato la decisione di fare della cappella dell’ospedale della Misericordia luogo giubilare, lo scorso 11 febbraio, durante la celebrazione eucaristica per la  Giornata mondiale del malato. È Papa Francesco ad aver stabilito, nella Bolla “Misericordiae Vultus” con cui ha indetto il Giubileo straordinario, che i vescovi possano aprire la Porta Santa, oltre che in cattedrale, anche in una chiesa di speciale significato.  “Credo che la cappella dell’ospedale, durante la Settimana Santa e il tempo di Pasqua – ha detto il vescovo Rodolfo – tempo in cui meditiamo la passione e morte e resurrezione del Signore, che ha addossato su di sé tutto il male del mondo, possa divenire luogo privilegiato per sperimentare la misericordia che si fa compassione verso le nostre infermità. Gesù non le ha evitate, le ha assunte tutte fino in fondo, trasfigurando il nostro dolore ed insegnandoci che possiamo offrirlo per partecipare concretamente alla sua redenzione”.