Medio Oriente
“È il segno, forse, di una presa di coscienza della comunità internazionale: ciò che sta accadendo si può comparare a un genocidio. La comunità internazionale deve agire in proposito. A tale riguardo grande è il lavoro della diplomazia vaticana, a tutti i livelli, per offrire spunti di soluzione negoziata”. Lo ha detto il cardinale Leonardo Sandri, prefetto per la Congregazione delle Chiese orientali e gran cancelliere del Pontificio Istituto orientale, commentando la risoluzione del Congresso Usa nella quale si definiscono genocidio le atrocità commesse da Daesh contro gruppi cristiani in Siria. Intervenendo ieri pomeriggio all’incontro “A Causa mia. La Colletta del Venerdì Santo e il grido dei fratelli del Medio Oriente”, organizzato dalla “Fondazione Terra Santa”, il prefetto ha parlato anche dei negoziati indiretti tra il regime siriano di Bashar al Assad e l’opposizione, con la mediazione delle Nazioni Unite, in corso a Ginevra. “Non possiamo fare previsioni. Sono anni, ormai, che se ne fanno e si resta sempre a bocca asciutta. Speriamo che la buona volontà di coloro che partecipano ai colloqui di Ginevra sia tale da arrivare, anche cedendo posizioni, a un accordo giusto e equilibrato che porti la pace in Siria”, ha dichiarato il cardinale che ha sottolineato l’importanza della tregua in atto. “Speriamo che questa sia foriera di un accordo per la pace sentito da tutti e che spinga chi è fuggito dalla propria casa e dalla propria terra a tornare. Tuttavia, senza l’aiuto della Comunità internazionale sarà obiettivamente difficile raggiungere questo risultato”.
Non meno importante potrebbe rivelarsi anche l’accordo raggiunto tra Ue e Turchia per l’accoglienza dei profughi e dei rifugiati siriani. “Bisogna ammirare – ha spiegato il prefetto – tutte quelle iniziative che possono garantire accoglienza ai rifugiati e ai profughi che arrivano da Paesi in conflitto. Stiamo assistendo ad un esodo impressionante di persone di tutte le fedi. A loro va garantito anche il diritto al ritorno. Io sogno una Siria nuova, ricostruita dopo la guerra con l’appoggio internazionale e con la presenza anche dei cristiani che vivono in fraternità e pace con i musulmani”. Dal cardinale è giunta anche l’esortazione per aiutare, attraverso la Colletta del Venerdì Santo, i cristiani e i luoghi di culto della Terra Santa. “Non vogliamo una Terra Santa trasformata in un museo pieno di resti archeologici, ma una Terra ricca di pietre vive che continuano a testimoniare la fede in Gesù Cristo. Un Medio Oriente senza cristiani non sarebbe più lo stesso. Il Cristianesimo è un fattore di equilibrio e di pace per tutta la regione. All’incontro hanno partecipato anche Cristina Uguccioni, autrice del libro “Ma non vincerà la Notte. Lettere ai cristiani perseguitati” e padre Jacques Murad, priore del monastero di Mar Elian, a Qaryatayn, in Siria, rapito da uomini dello Stato islamico (Isis) lo scorso 21 maggio e fuggito dalle loro mani il 12 ottobre, dopo cinque mesi di prigionia.