Diritti umani

Cardinale Parolin: in Macedonia, “non si possono lasciare soli i Paesi dove giungono i flussi di migranti”

Nella sua prima giornata a Skopje il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha incontrato ieri le massime autorità macedoni: il presidente della Repubblica, Gjorge Ivanov, e il primo ministro ad interim, Emil Dimitriev. Per risolvere la crisi dei migranti è necessario un approccio di solidarietà e un rapporto umano ha ribadito il cardinale Parolin, dopo l’incontro con il premier macedone ad interim Emil Dimitriev. Secondo il porporato “dobbiamo guardare ai migranti come persone in disagio, donne, bambini e anziani, che si trovano in una situazione molto difficile e hanno bisogno di aiuto”. In seguito alla politica di restrizioni all’accesso dei migranti, intrapresa dagli altri Paesi sulla rotta balcanica, dall’inizio di marzo la Macedonia ha chiuso la sua frontiera per i profughi privi di documenti. Per il segretario di Stato, “per arrivare a una soluzione umana e giusta è necessario il dialogo tra i Paesi di origine dei migranti, i Paesi di transito e le destinazioni finali, ambite dai profughi”. “Non si possono lasciare soli– ha ribadito il cardinale – i Paesi in prima linea che subiscono il flusso dei migranti, essi hanno bisogno di aiuto”. Il porporato ha sottolineato anche “la grande attenzione da parte delle autorità statali nei confronti della comunità cattolica”, rapporto caratterizzato da un’apertura e da buona volontà per risolvere le eventuali questioni sospese. Il cardinal Parolin ha menzionato anche i valori comuni tra la Santa Sede e la Macedonia: la promozione della pace, dei valori spirituali, la tutela della vita e la tolleranza per le diversità.