Ddl Cirinnà

Unioni civili: Mons. Bregantini, “gesto senza precedenti porre la fiducia su una legge che era di coscienza”

“Certo, una legge che ha delle necessità. Ma è anche molto ambigua. E proprio sul tema della vita, del generare vita, del nutrire di figli i nostri piccoli paesini interni che rischiano lo spopolamento, anch’essa avrà un peso notevolissimo in negativo”, così monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo di Campobasso-Bojano in una nota stampa in cui, commentando la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, è intervenuto sulla recente approvazione della legge sulle unioni civili. “Una legge che poteva essere fatta molto, molto meglio. Con maggior saggezza e serenità – commenta il presule – Andava prima di tutto ben esaminata in commissione. Ma non lo si è fatto. Quasi un imperio, che si è poi tradotto in un gesto senza precedenti: porre la fiducia su un legge che era di coscienza, che chiedeva una stretta valutazione personale, prima ancora che politica”. Per Mons. Bregantini, questo “produrrà un grande pasticcio educativo, nel cuore dei nostri giovani. Se infatti un giovane che partecipa in Comune al gesto dell’unione civile di due suoi coetanei, due maschi, sente ripetere quasi le stesse formule che sente in chiesa tra uno sposo ed una sposa del paese, si chiederà che senso abbia formare una famiglia, con tutte le sue fatiche e le difficoltà future. Cioè, non stiamo rendendo più attrattiva la famiglia. Non appare più bella, pur se esigente. Con quel sacrificio che poi si fa ricompensa nell’abbraccio dei bimbi, con i loro occhietti che sprizzano gioia. E ti dicono grazie, perché li hai generati. E non badi più nemmeno al numero”.