Voto

Svizzera: referendum, sì al raddoppio del Gottardo, no a eliminare gli aggravi fiscali per le coppie sposate

Via libera dal popolo svizzero alla costruzione della seconda galleria autostradale che attraverserà il massiccio del San Gottardo, che attualmente collega il Canton Ticino con la svizzera tedesca. L’opera, inaugurata nel 1980, favorisce gli scambi anche tra l’Italia e l’Europa centrale. La nuova galleria, voluta anzitutto per ragioni di sicurezza, approvata mediante referendum con il 57% dei sì, verrà costruita a partire dal 2020 e dovrebbe entrare in funzione nel 2027. Oltre tre milioni di cittadini rossocrociati si sono recati ieri alle urne per 4 voti federali, mentre nel Canton Ticino, di lingua italiana, si è votato anche sugli orari di apertura dei negozi. Bocciata, invece, l’iniziativa referendaria del Ppd (partito di ispirazione cristiano-democratica) intitolata “Per il matrimonio e la famiglia, no agli svantaggi per la coppie sposate”, volto a superare gli aggravi fiscali sulle famiglie. Bocciate invece l’iniziativa della destra sull’attuazione della espulsione di criminali stranieri e quella socialista denominata “Contro la speculazione sulle derrate alimentari”. In particolare il referendum “Per il matrimonio e la famiglia, no agli svantaggi per le coppie sposate” – respinto di misura con il 50,8% di voti – proponeva di porre fine alla penalizzazione fiscale delle coppie sposate rispetto alle coppie conviventi. Il consigliere nazionale Ppd, Marco Romano, tra i sostenitori del referendum, parla di “vittoria a metà”. “Abbiamo ottenuto una bella maggioranza per quel che riguarda i Cantoni; purtroppo non è stata confermata nella scelta del popolo. Ora tocca al Parlamento fare qualcosa per risolvere la discriminazione riconosciuta già da 32 anni”.

L’esito del voto potrebbe essere dovuto, come si è più volto avvertito in campagna elettorale, al fatto che si sia spostata l’attenzione dalla natura fiscale della proposta al dibattito sulla definizione stessa di matrimonio e sulla “imposizione individuale”, che invece non erano poste in discussione dal voto. In vista del referendum, mons. Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo e presidente della Conferenza dei vescovi svizzeri, aveva affermato: “Lo scopo di questa iniziativa è espresso dal titolo”, ossia “il fatto di essere sposati non deve comportare oneri fiscali supplementari” e “questo scopo ci sembra esimio”. “Un altro dibattito s’è aggiunto a questo primo oggetto, cioè la definizione di matrimonio. Si tratta della definizione che utilizziamo anche per il nostro matrimonio religioso, concepito come sacramento che riprende una realtà naturale: l’unione di un uomo e d’una donna, che permetta di fondare una famiglia”.