Medio Oriente

Elezioni Iran: Cingoli (Cipmo), “rafforzano presidente Rohani. Prosegue apertura verso Occidente”

“Un voto bilanciato”. Se da una parte i dati riportano la vittoria delle forze moderate e riformiste, dall’altra, le zone rurali hanno confermato la forte presenza dei conservatori. Tuttavia il voto di venerdì scorso in Iran – il primo dopo l’accordo sul nucleare e l’alleggerimento delle sanzioni – per il rinnovo del Parlamento e dell’Assemblea degli esperti, rafforza il presidente Hassan Rohani e l’area sua alleata, più centrista, che fa capo all’ex presidente Hashemi Rafsanjiani. I due hanno ottenuto a Teheran 15 dei 16 seggi in palio per l’Assemblea degli esperti, l’organismo che dovrà scegliere la nuova Guida Suprema, dopo l’ayatollah Khamenei, dove i conservatori detenevano la maggioranza. La vittoria dei riformisti e dei moderati nelle grandi città viene in qualche maniera bilanciata dal voto conservatore che tiene nelle aree rurali. Per Janiki Cingoli, direttore del Cipmo, il Centro italiano per la pace in Medio Oriente, “l’alleanza tra Rohani e Rafsanjiani può portare avanti il progetto di apertura verso l’Occidente, di integrazione nei mercati internazionali, di riforma dell’economia”. “Ma è bene dire – avverte il direttore Cipmo – che i due non sono le vedette dell’Occidente. I conservatori mantengono posizioni di potere chiave e quindi la partita deve essere giocata sia sul piano interno che esterno. A riguardo sarà importante il ruolo che la comunità internazionale saprà giocare per facilitare un’evoluzione positiva e rendere più difficile un balzo all’indietro di questo processo. Questo in corso in Iran è un processo importante, interessante ma non scontato”. Un voto che spinge l’Iran fuori dell’isolamento e che ne ribadisce “il ruolo di player anche sulla crisi siriana e di grande potenza regionale di riferimento da cui non si può prescindere dall’affrontare crisi come non solo quella siriana ma anche yemenita”. “Ciò non significa – ribadisce Cingoli – che l’Iran sia diventato un angelo. Esso porta avanti un’azione forte di espansione della sua influenza in tutta l’area. È necessario – conclude il direttore del Cipmo – che da una parte bisognerà appoggiarsi all’Iran per contrastare Isis e dall’altro all’Arabia Saudita per contenere l’espansionismo iraniano e quindi sciita. Si tratterà di mettere in pratica quella politica dei due forni auspicata dal presidente Usa Barack Obama”.