Pastorale giovanile

Diocesi: Perugia, 1.500 giovani in cattedrale alla catechesi “Non abbiate paura di essere santi!” di don Rosini

Millecinquecento giovani, ieri sera, 29 novembre, hanno gremito la cattedrale di San Lorenzo a Perugia per partecipare alla catechesi “Non abbiate paura per essere santi!”. Ne dà notizia una nota della diocesi. Promossa dagli Uffici diocesani per le Pastorali giovanile ed universitaria insieme al Coordinamento degli oratori perugini, la catechesi di inizio Avvento in preparazione al Natale ha avuto come relatore il biblista don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma e fondatore degli incontri-ritiri spirituali sui “Dieci Comandamenti”. Don Rosini, ha messo al centro della catechesi la figura di santità di “Giuseppe di Nazareth, il padre putativo di Gesù, lo sposo castissimo di Maria”, guidando i giovani ad entrare “nel dramma di Giuseppe nel dover abbracciare un cosa più grande di lui senza aver paura, perché non deve guardare a se stesso, ma alla potenza di Dio”. La testimonianza di fede e carità dello sposo di Maria, Madre del Figlio di Dio, conduce alla santità che il Signore offre ad ogni uomo e ad ogni donna. La santità, ha evidenziato don Rosini, “è un’iniziativa di Dio, una sua opera” di cui “nessuno di noi conosce la strada”. La santità “sembra una roba da bacchettoni, da chiesanoni, da cristianoni …, ma in realtà – ha detto il sacerdote – è il distinguibile dall’ordinario: lo straordinario”. Gli uomini hanno “la nostalgia verso il Cielo”, quella “di fare le cose belle. Noi abbiamo bisogno di vivere bene e di fare cose di cui essere fieri”. parlando i vocazione di carisma, don Rosini ha ricordato che “il carisma di due fidanzati è la verità, dirsi la verità tirando fuori tutto quello che hanno nel proprio cuore. Il termine del fidanzamento non è il matrimonio, ma la verità”. Tutti i sacerdoti devono aiutare i giovani a comprendere quale è la loro “fama di santità, che santi sono e che opera farà Dio di loro”. “Dio ci lascia sempre liberi per poterci amare e perché noi lo possiamo amare, perché quello che facciamo non possa avere costrizioni – ha proseguito -. Fino all’ultimo ci troviamo al bivio che è scomodo quanto è meraviglioso”. Un bivio che è un dubbio, quello, come ha detto lo stesso don Rosini, dello “sposarsi o meno. Un dubbio che ha avuto san Giuseppe, colui che ha mostrato all’umanità il dramma e la sfida che ha dovuto affrontare”. Solo attraverso la sua fede e la sua carità – ha concluso, Giuseppe di Nazareth ha trovato la forza per poter dire il suo “sì” al disegno di Dio, quello del dono del Figlio unigenito agli uomini per la loro salvezza dalle tenebre del male. Il Natale del Signore, fonte di santità per tutti, di insegnamento per dire il proprio “sì”, è la Luce che squarcia queste tenebre.