Politica

Brexit: Hulsman (politologo), “divorzio” dall’Ue creerebbe grosse difficoltà al Regno Unito

In questo momento più o meno il 35% degli elettori intende rimanere in Europa e più o meno il 35% vuole andarsene. Sono quindi i voti del 30% di indecisi che contano e che Cameron deve accattivarsi. “Anche Harold Wilson, quarant’anni fa, come capiterà a Cameron, tornò dai negoziati con i partner europei senza avere ottenuto molto, ma la maggior parte dei cittadini britannici guardava all’Europa e vedeva una regione del mondo che stava crescendo a velocità impressionante e della quale volevano far parte”, continua il politologo Hulsman. “Questa volta, però, i britannici, che hanno un’economia in ripresa, vedono in Europa la crescita zero, la disoccupazione giovanile galoppante, la crisi non risolta degli immigrati e pensano che sia meglio andarsene perché l’Europa non rappresenta il futuro”. Eppure questo divorzio, “che sembra la soluzione, diventerà un incubo, un caos difficilissimo da gestire”. È ancora Hulsman a parlare: “Ricostruire un regime di scambio di servizi sarà difficilissimo per non parlare della difesa. Perché le banche tedesche e francesi dovrebbero concedere un posto privilegiato alla City quando Londra ha appena lasciato l’Unione? Il Regno Unito si troverà a dover trattare partner europei arrabbiatissimi e, nello stesso tempo, a dover trovare, in fretta, accordi commerciali con gli Stati Uniti e altri paesi come India. Una confusione che durerà almeno cinque anni che è l’ultima cosa che la City di Londra vuole”.