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Unioni civili: mons. Castellucci (Modena-Nonantola), “la famiglia sposata socialmente penalizzata rispetto alle coppie conviventi”

“Nel dibattito sulle unioni civili e sui temi in genere ad esso collegate – come il gender o le unioni omosessuali – è necessario comporre il riconoscimento dei cosiddetti ‘diritti civili’, in modo che non vi siano discriminazioni individuali, tenendo però presenti le parti più deboli: la famiglia fondata sul matrimonio e i bambini”. Lo sostiene monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, nel messaggio che rivolge alla città, in occasione della festa del patrono, San Geminiano. “La famiglia sposata – osserva il presule – appare oggi in alcuni casi socialmente penalizzata rispetto alle coppie conviventi; dai tempi antichi, invece, le legislazioni avevano favorito l’unione stabile tra un uomo e una donna, in vista dell’accoglienza ed educazione dei figli e di una trasmissione ordinata del patrimonio: non quindi per motivi religiosi, ma per motivi sociali”. Non solo: “I bambini poi, per crescere e maturare, richiedono entrambe le figure parentali, maschio e femmina: è necessario mettere loro, come parte più fragile, al centro dell’attenzione e farne il perno dei ‘diritti’ anche quando si tratta dell’adozione”.