Accoglienza

Immigrazione: mons. Castellucci (Modena-Nonantola), “la città non può respingere per principio chi proviene da fuori”

“Il sostantivo ‘essere umano’ è più importante delle sue specificazioni: cittadino o straniero, uomo o donna, cristiano o musulmano, bianco o nero, povero o ricco, sano o malato, nascituro o nato, giovane o vecchio, santo o peccatore. Se dimentichiamo questo principio, fondamento della civiltà occidentale nata anche con l’apporto del cristianesimo, retrocediamo anziché progredire. Questo principio è servito soprattutto a proteggere gli esseri umani più deboli e riconoscere loro uguali diritti”. È uno dei passaggi del messaggio alla città che monsignor Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, rivolge alla comunità, in occasione della festa del patrono, San Geminiano. Entrando nel merito del dibattito sull’immigrazione, “occorre tenere presente la priorità dell’’essere umano’ sullo ‘straniero’, specialmente quando è rifugiato e quindi in una situazione particolarmente debole e sofferente; dentro a questa priorità va favorita l’inclusione o integrazione sociale, in un contesto di piena legalità e adesione alla Costituzione italiana e alle leggi del nostro Stato”. Per il presule, “la città non può respingere per principio chi proviene da fuori, ma deve favorire – come sta facendo – un processo educativo che comporta l’alleanza tra istituzioni pubbliche e private, famiglie, scuole, parrocchie, volontariato. La Chiesa quindi fa e può continuare a fare molto per l’accoglienza e l’integrazione, contribuendovi attraverso la sua grande e spesso poco appariscente opera educativa, verso i cristiani e verso i non cristiani”.