Società

Diocesi: mons. Brambilla (Novara), “fare per la famiglia, ma ancor più con la famiglia”

“Il soggetto ‘famiglia’ non è quasi mai considerato una risorsa. Coloro che hanno responsabilità sociale e politica non solo devono fare molto per la famiglia e metterla al centro della loro azione e legislazione, ma possono fare ancor di più con la famiglia”: è quanto ha detto oggi monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, durante la messa della festa patronale di San Gaudenzio. Nell’omelia, interamente dedicata alla famiglia, il vescovo ha ribadito che “la vita della nostra città deve scoprire il ruolo centrale della famiglia. Questa è la grande perdita del secolo XX. Da una società di famiglie patriarcali siamo passati a una costellazioni di individui”. La risposta alla crisi della famiglia, “che riempie i libri, le pagine dei giornali, i talk show televisivi”, per monsignor Brambilla, è “la rivoluzione della tenerezza” che consiste nel “non considerare la famiglia per ciò che fa, ma per ciò che è”. “Le nostre famiglie sono asfittiche, sovente sono luoghi di invidie e gelosie, di idealismi delusi e di attese frustrate”,  ha riconosciuto il presule che ha parlato di “sfida della misericordia”. “Quanto bisogno c’è di misericordia, tenerezza, fraternità, vicinanza, solidarietà, integrazione, accoglienza. Cominciamo dalle nostre case! La famiglia ha bisogno di aprirsi, per ritornare a star bene insieme”. E a proposito di solidarietà monsignor Brambilla ha annunciato, per domani, l’inaugurazione dell’Emporio solidale “per dare alle famiglie la possibilità di salire sopra la soglia di povertà, sotto cui sono scese”. “In quest’anno del Giubileo della misericordia – ha poi rivelato – la città vedrà iniziare la Casa della cooperazione solidale, per offrire accoglienza, lavoro e ospitalità ai bisognosi, perché possano integrarsi e diventare autonomi nel giro di non molto tempo”. Concludendo l’omelia il vescovo ha espresso il suo desiderio di “fare insieme un Giubileo dei disabili con le loro famiglie, per dire che le famiglie che hanno persone con disabilità stanno al centro della Chiesa”.