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Medio Oriente: Da Cunha (Ccee), “cresce la sensibilità delle Chiese verso la Terra Santa. Più impegno per pellegrinaggi”

(dall’inviato Sir ad Amman) “Si sente un crescendo, anche dopo l’assemblea plenaria del Ccee di Gerusalemme nel settembre scorso, nelle Chiese europee di un sentimento di vicinanza verso la Terra Santa e i suoi cristiani. Esso è dovuto anche alle tristi vicende di guerra che attraversano la regione. C’è una consapevolezza che ci rende presenti nelle questioni legate ai rifugiati iracheni e siriani, e nell’aiutare la politica a trovare soluzioni diplomatiche alle crisi in atto. Obiettivo di tutti deve essere la pace”. È quanto dichiarato da monsignor Duarte da Cunha, segretario generale del Ccee, in questi giorni in Giordania per partecipare alla visita dei vescovi dell’Holy Land Coordination (Hlc) alle Chiese locali. “La nostra presenza qui – ha detto oggi a margine dell’incontro con il clero giordano nella città di Fuheis – vuole testimoniare ai fedeli, ai loro sacerdoti e pastori che non sono soli, che non sono stati abbandonati. Uno dei nostri compiti – ha spiegato – è quello di portare più pellegrinaggi che, da un lato, rafforzano la fede dei fedeli che qui vengono e, dall’altro, aiutano i cristiani locali a vivere dignitosamente. Ma sopra ogni cosa il pellegrinaggio è il segno che non abbiamo paura di venire in Terra Santa. La sicurezza dei pellegrini è totale”. Per il segretario del Ccee, “rilanciare i pellegrinaggi deve essere per le Conferenze episcopali europee un impegno per il quale serve ritrovare spinta ed entusiasmo. È importante una volta tornati raccontare e testimoniare a tutti quello che si è vissuto e far crescere l’interesse verso la nostra Chiesa madre di Gerusalemme. Anche il pellegrinaggio può essere uno strumento di pressione politica”. In questi giorni i vescovi dell’Hlc stanno incontrando numerosi rifugiati cristiani iracheni e siriani ospitati in diversi centri e parrocchie del Regno Hashemita. Parlando con loro, spiega mons. Da Cunha, “sta emergendo la necessità di superare l’emergenza con una risposta di lungo termine che tenga conto del bene della persona umana coinvolgendo Stati, Governi e società. Le Chiese stanno dando un loro contributo nell’accogliere i migranti. Non ne vediamo i frutti forse perché non sono sotto i riflettori dei media. È importante – conclude – coniugare questi sforzi con quelli dei Governi e degli Stati per dare una soluzione definitiva al problema. Ma questa si raggiungerà solo se si affrontano insieme il tema della pace e dei migranti”.