Misericordia

Cardinale Parolin: libro Papa “apre delle porte e le vuole mantenere aperte”

“Un libro che apre delle porte e le vuole mantenere aperte”. Il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin definisce in questi termini il volume-intervista di Papa Francesco “Il nome di Dio è Misericordia. Una conversazione con Andrea Tornielli”, edito da Piemme. Il libro, afferma il cardinale intervenendo alla presentazione del volume, esprime l’atteggiamento del Pontefice di “non mettere  paletti o affrontare la casistica riguardante i fatti della vita delle persone”. Sollecitato da una domanda sui modi di combattere l’Aids di ritorno da Bangui, il Papa “ha sottolineato che occorre allargare lo sguardo, accendere nel cuore di tutti il desiderio dell’incontro con il Signore” per “ricominciare sempre di nuovo”. Proprio perché “lascia aperte delle porte e fa intravedere la misericordia di Dio in alcune pagine può far commuovere”. Nella prefazione Tornielli racconta un piccolo retroscena moto significativo: nella prima stesura il Papa affermava che la medicina c’è “se facciamo un passo verso Dio”, ma dopo averla letta ha chiamato il vaticanista chiedendogli di aggiungere mi ha chiamato pregandomi di aggiungere “o abbiamo almeno il desiderio di farlo”. “La personale testimonianza di Papa Francesco è che se manca la forza di fare un passo verso Di,o basta il desiderio di farlo”. Un altro punto messo in luce dal Papa è che “abbiamo smarrito il senso del peccato” ma anche “la fede nell’esistenza  di qualcuno che possa salvarci, accoglierci e risollevarci”. E se  per Francesco “la reazione del figlio maggiore è umana, la misericordia di Dio è divina, lontanissima dal nostro calcolo umano, dalla nostra etica del bilancino”. “E’ proprio di questo – scandisce il card. Parolin – che abbiamo bisogno noi e tutti quelli che ci capita di incontrare ogni giorno”. “Nell’incontro con il sovrabbondare della grazia ci riconosciamo piccoli, peccatori e bisognosi di aiuto. Per il Papa riconoscersi peccatori è una grazia” perc hé la Chiesa “condanna il peccato” ma “abbraccia il peccatore che si riconosce tale”.