Canterbury

Anglicani: arcivescovo Welby, “uno scisma non sarebbe un disastro ma un fallimento”

“Uno scisma non sarebbe un disastro”. “Sarebbe un fallimento” ma “Dio è più grande dei nostri fallimenti”. Lo ha detto l’arcivescovo di Canterbury, Justin Welby, rispondendo ieri mattina ad una intervista del programma “Today” in onda sulla Bbc Radio Four, ritrascritta integralmente dal servizio comunicazioni dell’Anglican Communion. L’arcivescovo risponde alle domande sulla prospettiva di una scisma alla luce delle profonde divergenze che ci sono sulle questioni relative alla sessualità e alla ordinazione episcopale delle donne. “Non sarebbe bello – ha detto l’arcivescovo –  se la Chiesa non è in grado di presentarsi al mondo come un esempio, mostrando che possiamo amarci e dissentire profondamente. Perché siamo stati messi insieme da Gesù Cristo, non per nostra scelta. Non siamo un club né un partito politico; siamo qualcosa fatta da Dio”. L’arcivescovo ribadisce che è sua intenzione lavorare per l’unità della Comunione. “Certamente, io voglio la riconciliazione – ha detto rispondendo ad una domanda – e riconciliazione non sempre significa  accordo. In realtà, lo è molto raramente. Significa trovare il modo di dissentire bene; e questo è ciò che dobbiamo fare questa settimana”. Cosa succede però se le Chiese africane decidono di proseguire sulla loro strada? “Non c’è nulla che posso fare se le persone decidono di andare via”. “Ma noi vogliamo stare insieme”, aggiunge subito l’arcivescovo. “Ascoltarci gli uni e gli altri, al servizio di Gesù Cristo; e concentrarsi non solo sulla questione della sessualità, ma anche sugli enormi problemi che vivono le persone di tutto il mondo: conflitti, persecuzioni, violenza religiosa”. E conclude: “la Chiesa è una famiglia e tu rimani una famiglia, anche se prendi strade separate. È stato sempre così. E sempre sarà  così”. La grande sfida per le Chiese di oggi è “dimostrare che è possibile dissentire profondamente e continuare ad amarci e prenderci cura gli uni degli altri”.