Veglia pasquale

Liturgia della Parola

In una sola parola il cuore del cristianesimo, la prima formula di fede: eghèrthe, “è risorto”. Questo è il minuscolo “seme” di tutta l’incredibile fioritura che avrebbe bonificato i secoli futuri. Gesù Cristo, crocifisso e risorto, è l’unica risposta adeguata che contiene anche il seme della nostra risurrezione. I primi cristiani ne erano stati così impressionati e affascinati da ripetere spesso, soprattutto durante la celebrazione eucaristica, questa appassionata invocazione: “Marana tha. Vieni, o Signore”. Le stesse Chiese erano rivolte verso Oriente, dove sorge il sole, simbolo del Signore che porta il giorno senza tramonto.

Nella Mulieris Dignitatem si legge: “Le donne sono le prime presso la tomba. Sono le prime a trovarla vuota. Sono le prime ad udire: “Non è qui. È risorto”. Sono le prime a stringergli i piedi. Sono anche chiamate per prime ad annunciare questa verità agli apostoli. (…) Maria di Magdala è la prima ad incontrare il Cristo risorto. (…) Per questo essa venne anche chiamata “l’apostola degli apostoli”, Maria di Magdala fu la testimone oculare del Cristo risorto prima degli apostoli e, per tale ragione, fu anche la prima a rendergli testimonianza davanti agli apostoli (MD 16).

A Maria di Magdala Rainer Maria Rilke dedica alcuni versi struggenti:
“… quando venne in lacrime al sepolcro / per spalmarlo di balsami, Egli era / per lei risorto e per poterle dire, / più beato, il suo: Non mi toccare. / Lei capì solo poi nella sua grotta, / quando, fortificato dalla morte, / lui finalmente le vietò il conforto / di spalmarlo di unguenti e il presagio del contatto, / per educare in lei la donna amante / che sull’Amato ormai più non si china / perché, sospinta da bufere enormi, / sopravanza la voce dell’Amato”.