I domenica di Quaresima

Dt 26,4-10; Rm 10,8-13; Lc 4,1-13

Le tentazioni di Gesù. Non solo sue; anche dei santi. Persino di santa Teresina, che le vinceva con la ricerca di Dio solo e l’abbandono innocente. Le tentazioni sono una costante della vita; affidiamoci alla misericordia del Signore.

Non solo nel deserto si è tentati. Gesù è sempre guidato dallo Spirito ma si lascia condurre anche da Satana. Non bastano quaranta giorni di digiuno e preghiera per vincere; a volte può bastare un istante per cedere. Anche a Satana basta un istante per mostrare tutti i regni. Più insinuante, nella tentazione, è l’uso della Parola di Dio, piegata alla nostra volontà.

Tentati, ma non abbandonati. Gesù, nel deserto, è pieno di Spirito Santo; Dio è su di lui e con lui. Satana ne è consapevole e lo usa per adescarlo, sedurlo (portarlo a sé): “Se tu sei figlio di Dio”. L’essere figlio di Dio non lo dispensa dalla prova. Anzi, le tentazioni riguardano proprio questo rapporto, fino alla croce.

Tre tentazioni. La prima è sociale: un Dio che garantisce beni materiali. Anche oggi si chiede questo alla Chiesa; che si trasformi in un grande magazzino di beni, materiali o di soccorso. La seconda riguarda il potere, soprattutto di tipo politico. Anche oggi si vuole una religione che occupi tutto il posto del potere politico. È la grande tentazione islamica (ISLÂM DIN WA DAWLA significa: l’Islam è religione e nazione, religione e politica). La terza è la magia di un Dio, che toglie dai guai ed esaudisce ogni desiderio di benessere.

Tre risposte di Gesù. La prima: non basta il pane per renderci autosufficienti e la vita non è solo biologia. La seconda: solo a Dio darai culto e adorazione perché lui è tutto, noi (e tutte le altre creature) siamo niente e per essere dobbiamo orientarci al Creatore. La terza è la consapevolezza che Dio non risponde a comando; la sua religione è molto diversa dalle nostre; il modello del rapporto con Dio è Gesù nel suo umile abbandono filiale.
In queste “tre” tentazioni è contenuta ogni tentazione, ogni possibile scontro con il nemico di Dio e dell’uomo.